Fair Play Finanziario

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  1. Ieronimoy
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    Ecco come il Fair Play finanziario cambierà il mercato italiano

    30.12.2010 10.00 di Cesare Di Cintio articolo letto 4934 volte

    Gentili lettori dopo la pausa Natalizia è mia intenzione illustrare, per la fine dell'anno, un argomento che nei prossimi mesi diverrà oggetto di discussioni accese, ovvero il famigerato e tanto sbandierato Fair Play Finanziario.In cosa consiste? Quando entrerà in vigore? Come inciderà sul mercato del clubs italiani? Cercherò di fare luce su questa delicata disciplina che, credo, cambierà il modus gestionale delle società di calcio e di conseguenza il mercato dei calciatori.Oggi tutti parlano di Fair Play Finanziario ma pochi ne conoscano i contenuti.Per questo motivo il mio scritto vuole divenire uno strumento di consultazione utile e fruibile per tutti gli appassionati di calcio al fine di potersi orientare in anticipo nelle dinamiche di mercato delle società per cui tifano.È chiaro ed evidente che l'introduzione, a partire dalla stagione sportiva 2011- 2012, di queste regole muterà gli scenari non solo del calcio mercato ma anche della gestione della società sportiva professionistica che, per forza di cose, dovrà esser affidata a veri e propri managers esperti nella gestione societaria.
    La società sportiva professionistica, già dopo le riforme legislative introdotte con la legge 586/96, era stata concepita dal Legislatore per produrre utili ma, di queste riforme, se ne erano accorti in pochi ed il "circo del pallone", negli anni d'oro del benessere economico, ha continuato ad esser gestito senza cambi di strategie e con molta approssimazione.La situazione finanziaria globale sebbene sia lentamente cambiata, negli anni scorsi, ha evidenziato come le società calcistiche non siano state in grado di adattarsi alle nuove dinamiche di mercato e siano state letteralmente travolte dal mutato quadro economico improntato su una maggior competitività.
    È inutile in questa sede ricordare i fallimenti di clubs illustri.
    Molti imprenditori si sono rovinati con il calcio poiché tutti, sino a poco tempo fa, hanno accettato con rassegnazione il principio secondo cui l'ente sportivo professionistico sia un "vuoto a perdere" e solo chi possiede grandi disponibilità economiche ( da buttare) possa acquistare un giocattolo nel quale, regolarmente, si debbono ripianare le perdite.Ciò poteva esser vero in passato, non oggi.Le regole dell'economia sono decisamente mutate dato che lo sport, oltre ad avere un impatto sociale, incide nell'economia di un singolo paese poiché le società di calcio professionistico sono soggetti rilevanti sia per il fisco che per intere categorie di lavoratori ( i calciatori e tecnici solo per citarne alcuni).Questo è uno dei motivi per cui si sono rese necessarie nuove regole volte tutelare tutti i soggetti che intrattengono rapporti economici e commerciali con le società di calcio professionistico.A breve le cose cambieranno poiché bisognerà esser virtuosi anche dietro la scrivania, oltre che in campo, dato che la Uefa ha deciso di dare "un giro di vite" sulle spese folli che, in futuro, le società potranno permettersi solo a fronte di utili e non in base al continuo ricorso all'indebitamento.
    Non si potrà spendere più di quanto si guadagna poiché, allo stato attuale, è inaccettabile che i sodalizi più prestigiosi d'Europa siano anche i più indebitati.La società professionistica dovrà esser in grado di autofinanziarsi producendo ricavi.L'adeguamento ai nuovi parametri, tuttavia, sarà graduale poiché tutti i sodalizi dovranno raggiungere la parità di bilancio entro l'anno 2017 non potendosi pretendere l'immediato allineamento ai nuovi standards da parte della maggior parte dei clubs europei che, oggi, presentano bilanci disastrosi.
    Come detto l'adattamento alla normativa Uefa sarà graduale ed il periodo 2011-2017 verrà suddiviso in due trienni: il primo dall'anno 2011 sino al 2014 dove i clubs potranno dichiarare perdite sino a 45 milioni mentre, nel 2014- 2017, la cifra scenderà a 30 milioni. Attenzione in questo caso le perdite si riferiscono a quelle finali del triennio di riferimento. In ogni caso le perdite dovranno esser ripianate con aumenti di capitale o donazioni e non con prestiti che, essendo debiti (che devono esser restituiti), pesano sul deficit di bilancio. La differenza non è di poco conto, credetemi!Scopo dell'Uefa è ovviamente quello di limitare spese che pesano sull'andamento economico della società sportiva come quelle riferite ad ingaggi e acquisti di atleti, che oggi rappresentano i costi maggiori, mentre verranno incentivate le spese "virtuose", ovvero quelle effettuate per gli stadi di proprietà, settori giovani e progetti sociali.L'indebitamento sarà legittimo, di conseguenza, ove finalizzato alla creazione di business per la società sportiva che dalla spesa dovrà ottenere ( come nel caso dello stadio di proprietà) un ritorno in termini di solidità economica e strutturale.Dal 2017-2018, pertanto, le società non potranno spendere più di quanto fatturano.Verrà ovviamente creato un organismo di controllo che dovrà vigilare sul corretto adempimento degli obblighi finanziari imposti dalla Uefa ed, in caso di deferimento agli organi disciplinari, si rischieranno sanzioni pesantissime.Ciò ovviamente inciderà in modo determinante sulle scelte di mercato delle compagini professionistiche che potranno investire sugli atleti solo a fronte di ricavi che lo consentiranno e di bilanci assolutamente in linea con i parametri dettati dalla Uefa.Ulteriore conseguenza di tutto ciò sarà che i dirigenti di società professionistiche dovranno affinare le loro competenze in campo aziendale, fiscale e giuridico oppure, in caso contrario, lasciare spazio a una nuova generazione managers.Il mercato e l'abilità gestionale faranno la differenza come, del resto, avviene in qualsiasi altro settore dell'economia.
     
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    per me resta una vaccata e moratti è l'unico che ci sta credendo...
     
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    Verso il FPF, 6 squadre oggi non farebbero la Champions: anche Inter e Milan!

    Milano Finanza ha presentato un interessante articolo di avvicinamento al fair play finanziario, la norma dell'Uefa che consentirà alle società di spendere solo quanto incassano, pena l'esclusione dalle competizioni europee. C'è ancora tempo prima dell'entrata in vigore della norma (stagione 2013-2014), ma allo stato attuale delle cose 6 big sarebbero fuori dai parametri necessari per l'iscrizione alla Champions. Inter e Milan sono tra queste sei squadre.

    Ecco l'articolo di MF:

    Clamoroso a San Siro. Se il regolamento sul fair play finanziario, voluto dal presidente della Uefa, Michel Platini, fosse in vigore già ora, Inter e Milan non avrebbero i requisiti di bilancio necessari per potersi iscrivere alle competizioni europee e non potrebbero dunque partecipare alla Champions League.

    Ma non sarebbero comunque gli unici grandi club a rischiare l'esclusione. A fare compagnia alle due milanesi ci sarebbero anche il Manchester City, il Chelsea, il Liverpool e, a sorpresa, il Barcellona. È quanto emerge da un'elaborazione condotta da MF-Milano Finanza, incrociando i dati contenuti nel rapporto dell'Uefa sullo stato di salute finanziario del calcio europeo (presentato martedì 11 a Nyon) e i bilanci dei principali club del vecchio continente.

    I tifosi nerazzurri e quelli rossoneri non devono dunque allarmarsi eccessivamente. In primo luogo perché né Inter né Milan figurano in alcuna black list, che come ha precisato lo stesso Platini non è mai stata stilata. In secondo luogo perché il regolamento sul fair play finanziario entrerà in vigore a partire dalla stagione sportiva 2013-2014 e, dunque, i primi due bilanci di esercizio che verranno presi in considerazione per il calcolo della regola del pareggio (break even rule) saranno quelli relativi agli esercizi 2012 e 2013. I club hanno dunque ancora un po' di tempo per completare il processo di adeguamento ai vincoli imposti dalla Uefa. Un percorso che il Milan ha già intrapreso da alcune stagioni e sul quale anche l'Inter, dopo gli importanti investimenti che gli hanno consentito di primeggiare in Europa e nel mondo, si è ormai incamminata.

    Ma veniamo ai numeri. Se, come detto, non esistono liste nere stilate dalla Uefa, come si è arrivati a individuare i sei club virtualmente non in regola con il fair play? Lo studio messo a punto dai tecnici di Platini sui bilanci societari relativi alle stagioni 2008-2009 e 2009-2010 indica infatti che tra le 107 squadre che danno vita ai primi cinque campionati del vecchio continente (Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Italia) ce ne sono 77 in utile, 6 con una perdita compresa fino a 5 milioni di euro e dunque nei limiti imposti dal fair play finanziario. Altri 18 club appartenenti alle prime cinque leghe calcistiche europee registrerebbero invece una perdita cumulata compresa tra 5 e 45 milioni. Un risultato negativo che, tuttavia, in base al regolamento Uefa rende comunque possibile l'iscrizione alle competizioni internazionali, a condizione però che l'azionista (o gli azionisti in caso di società a capitale diffuso) ripiani la perdita attraverso un aumento di capitale.
    Dal documento messo a punto dalla Uefa emerge infine che ci sono sei club che, sommando i risultati economici relativi alle stagioni 2008-2009 e 2009-2010, presentano una perdita aggregata superiore ai 45 milioni. Un risultato negativo che, se il fair play finanziario fosse già in vigore, non consentirebbe a queste società l'iscrizione alle competizioni internazionali (Champions League e Europa League), nemmeno se i loro azionisti ripianassero la perdita ricorrendo a una ricapitalizzazione.

    Ma quali sono queste sei società? Dall'analisi dei bilanci dei principali club europei, consultati grazie alla banca dati MF-Honywem, emerge che il club europeo ad aver conseguito negli ultimi due esercizi la perdita più consistente è il Manchester City, con un rosso aggregato di 253,7 milioni di euro, seguito dall'Inter (223,4 milioni) e dal Chelsea (141,1 milioni). Nel sestetto dei club che virtualmente non rispetterebbero i parametri del fair play finanziario figurano anche il Liverpool con una perdita aggregata nelle ultime due stagioni di 114,2 milioni, ma anche il Milan (95,8 milioni) e il Barcellona (88,2 milioni).
    C'è infine un ulteriore aspetto che va considerato. Il regolamento sul fair play finanziario esclude dal calcolo del pareggio alcune voci contenute nei bilanci tradizionali. L'entità della perdita di questi sei club è tuttavia così elevata che, anche in caso di rettifica, risulterebbe comunque superiore ai 45 milioni. Ci sono però ancora tre esercizi, prima dell'entrata in vigore del regolamento, per poter sanare la situazione. E i club, come dimostra specialmente il Milan, che ha chiuso l'ultimo bilancio con un rosso di soli 18 milioni, sono intenzionati ad adeguarsi.

    fonte

    siamo indebitati coi controca22i...
     
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    ma non ci credo che united e real non siano in questa lista..bah..comunque pensavo di essere sotto di 60/80 milioni, non oltre 200
     
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  5. <NenaJ™>
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    Cazzo oltre 200 milioni è tanta roba davvero!
     
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  6. Ieronimoy
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    se dovessimo adeguarci il primo giocatore da cedere sarebbe Eto'o
     
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  7. Z@ch
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    CITAZIONE (Ieronimoy @ 13/1/2011, 23:40) 
    se dovessimo adeguarci il primo giocatore da cedere sarebbe Eto'o

    oddio dobbiamo venderci tutta la squadra .-. oltre 200 milioni sono veramente tanti!!! e io che pensavo che moratti non spendeva per prendere messi la prossima stagione .-.
     
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  8. Ieronimoy
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    Eto'o ha un ingaggio pauroso che unito al cartellino fa una bella somma.
     
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  9. <NenaJ™>
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    Eto'o prende 9 milioni a stagione.... Se volessimo fare un grande regalone con lui arriveremmo a oltre cinquanta milioni.. però cazzo, è Eto'o.. :cry: Ma Suazo, Muntari, Rivas non valgono tutti insieme un centinaio di milioni? No eh?
     
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  10. Ieronimoy
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    CITAZIONE (<NenaJ™> @ 14/1/2011, 00:27) 
    Eto'o prende 9 milioni a stagione.... Se volessimo fare un grande regalone con lui arriveremmo a oltre cinquanta milioni.. però cazzo, è Eto'o.. :cry: Ma Suazo, Muntari, Rivas non valgono tutti insieme un centinaio di milioni? No eh?

    non valgono neanche ciò che prende Eto'o in un solo semestre
     
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    Non è che non pagando l'ingaggio ai giocatore scompare il debito, ma non si appesantisce.

    Per colmare il debito bisogna vincere tanto e tenere quei soldi (come fatto l'anno scorso) e se cominci a vendere Eto'o non vinci un ca22o e comunque ci perdi...
     
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    in primis ci vogliono i soldi di moratti a ripianare pian pian buona parte del debito. Poi vengono le vittorie e le cessioni.

    Ma credo che la cosa piu importante sia arrivare ad avere uno stadio di proprietà.
     
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    Anche sui soldi di Moratti non potremo fare più molto affidamento: per ora c'è un limite di 70 milioni l'anno ripianabili dal presidente, tra poco diventano 40 se non sbaglio e poi sempre a diminuire...
     
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    Azz ora capisco perchè non abbiamo comprato un cazo XD
     
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  15. luis27409
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    Questa norma è peggio della globalizzazione.......voglio proprio vedere se hanno il coraggio di fare un edizione della CL senza queste squadre.....
     
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1152 replies since 19/6/2010, 20:28   21208 views
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